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Inquinamento e Coronavirus

20 aprile 2020

Inquinamento e Coronavirus

Centro regionale tutela qualità dell’aria ARPAT

Il prolungato blocco che sta interessando il nostro Paese, così come tutto il Mondo, con la fortissima riduzione degli spostamenti ed il fermo di molte attività produttive, sta incidendo sulle emissioni inquinanti sia in atmosfera che sul rumore. Sono già disponibili molte informazioni sull'argomento.
D'altra parte incominciano ad essere disponibili vari contributi scientifici che analizzano le possibili correlazioni fra la diffusione del CoViD-19 e l'inquinamento atmosferico.

Gli effetti sull'inquinamento del blocco per l'emergenza Coronavirus

Già a metà marzo le rilevazioni fatte dal sistema di rilevazione satellitare del progetto europeo Copernicus hanno segnalato una riduzione delle emissioni inquinanti in atmosfera nella Pianura padana, a seguito delle limitazioni agli spostamenti motorizzati in Lombardia e nelle altre regioni del nord Italia più interessate dall'epidemia.
Ispra ed alcune ARPA hanno poi analizzato i dati satellitari incrociandoli con quelli delle reti di monitoraggio della qualità dell'aria, proponendo un'analisi della situazione nel bacino padano e poi in dettaglio per le diverse regioni: Campania, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Veneto, Valle d'Aosta. 

Considerato che le fonti emissive dei principali inquinanti monitorati (particolato PM10 e PM2,5 e biossido di azoto NO2) sono il frutto della combustione dei motori dei veicoli, degli impianti di riscaldamento e delle attività industriali, i primi segnali sono stati parziali, ma progressivamente più marcati con l'estendersi delle misure che hanno drasticamente ridotto la mobilità e le attività produttive.

Per approfondimenti http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2020/052-20/inquinamento-e-coronavirus

Fonte: Centro regionale tutela qualità dell’aria ARPAT

Emergenza Covid-19 e andamento di alcuni inquinanti nell'area fiorentina

Analisi degli andamenti di alcuni inquinanti nell’agglomerato di Firenze in seguito alla riduzione delle attività antropiche per l’emergenza Covid-19
Il Centro regionale tutela qualità dell’aria di ARPAT fornisce prime indicazioni sull’andamento della qualità dell’aria nell’agglomerato fiorentino tramite una postazione di traffico (FI-Gramsci) e una urbana fondo (FI-Bassi).
Le variazioni dei livelli di concentrazione di alcuni inquinanti relative al mese di marzo 2020 risultano evidenti per il sito di traffico urbano, in particolare per il biossido di azoto, benzene e in misura minore per il materiale particolato PM10 per i quali si assiste ad un decremento dei valori. Non si rilevano al momento invece discontinuità analogamente significative per il sito di fondo.

Il periodo di tempo trascorso dall’inizio dell’attuazione di azioni per fronteggiare la propagazione del coronavirus SARS-CoV-2 è molto ridotto per effettuare valutazioni rigorose sugli effetti di alcuni interventi sulla qualità dell’aria. Si riporta tuttavia una descrizione delle variazioni osservate per alcuni inquinanti nell’agglomerato fiorentino

Questo primo approfondimento analizza gli andamenti delle medie orarie o giornaliere di Particolato PM10 e PM2,5, Biossido di azoto (NO2) e benzene nell’agglomerato di Firenze dal 19 febbraio al 22 marzo 2020.

Per ciascun inquinante vengono inoltre confrontate le distribuzioni mensili dei dati 2020 con quelle del triennio 2017-2019; per queste ultime elaborazioni, presentate in forma di box plot, sono state prese a riferimento due stazioni ritenute significative rispettivamente per il traffico (FI-Gramsci) e per il fondo urbano (FI-Bassi).

Una prima valutazione dei dati di qualità dell’aria è stata concentrata sulle stazioni dell’agglomerato di Firenze, in particolare sulla stazione di traffico di FI-Gramsci e su quella di fondo di FI-Bassi.

Le variazioni dei livelli di concentrazione di alcuni inquinanti relative al mese di marzo 2020 risultano evidenti per il sito di traffico urbano, in particolare per il biossido di azoto, benzene e in misura minore per il materiale particolato PM10 per i quali si assiste ad un decremento dei valori.
Al momento le discontinuità non sono chiare ed evidenti per il sito di fondo, il quale non è influenzato direttamente dalle emissioni di traffico veicolare, ma piuttosto dall’insieme delle sorgenti emissive dell’area.

Tale contesto evidenzierebbe che gli effetti di limitazione delle attività antropiche connesse all’emergenza sanitaria COVID19 siano rilevabili prevalentemente nella postazione urbana traffico. Una popolazione maggiore di dati, valutazioni sulle condizioni meteorologiche e approfondimenti sulle fonti emissive permetteranno di rendere più solide queste prime valutazioni.

Per approfondimenti: http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2020/044-20/emergenza-covid-19-e-andamento-di-alcuni-inquinanti-nellarea-fiorentina

Fonte: Centro regionale tutela qualità dell’aria ARPAT

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